Tecnorealismo e nuovi media

Come gli spazi virtuali hanno cambiato la nostra percezione della realtà?

I nuovi media e le nuove tecnologie hanno indubbiamente avuto un impatto rivoluzionario sul modo in cui comunichiamo e sono diventati una parte indispensabile della nostra quotidianità. Accanto alla realtà fattuale si deve riconoscere l’esistenza di una realtà virtuale altamente interconnessa e interattiva, che dà rilevanza all’estetica presa nella sua etimologia – ovvero come teoria della percezione sensibile.

La nozione di virtuale assume un ruolo centrale in molte delle teorie considerate. Etimologicamente il termine deriva dal latino virtus, nel senso di possedere certe virtù, e inizia poi a indicare qualcosa che esiste come rappresentazione o astrazione, ma non in realtà [1]Kelly, J. (2016).Why is it called “virtual” reality?. Mashed Radish. Available fromhttps://mashedradish.com/2016/04/01/why-is-it-called-virtual-reality/; Steuer, J. (1992). Defining Virtual … Continue reading.

Oggi, virtuale indica ciò che è generato digitalmente al fine di simulare oggetti e attività reali [2]Brey, P. (2014). The Physical and Social Reality of Virtual Worlds. In: Grimshaw, M. (Ed.). The Oxford Handbook of Virtuality. Oxford University Press. 42-54. . Perciò, la realtà virtuale è un ambiente artificiale accettato come se fosse reale [3]Murray, C.D. (2000). Towards a phenomenology of the body in virtual reality. Research in Philosophy and Technology, 19, 149-173. . La percezione e l’esperienza del virtuale sono indagate dall’estetica intesa come teoria della percezione sensoriale [4]De Leo, D.(2015). La percezione estetica oggi. In: Serini, L. and Vero, M .(ed.) Aesthetics in the Age of New Media. ODRADEK. 1,(1). ; Shusterman, R. (2012). Back to the future: Aesthetics today. The … Continue reading. L’estetica esplora le nostre percezioni sensibili del mondo, e in ciò riguarda anche l’arte [5]Danto, A.(1997). After the End of Art: Contemporary Art and the Pale of History. Princeton: Princeton University Press.; Pelowski, M. and Akiba, F. (2011). A model of art perception, evaluation and … Continue reading, che è direttamente o indirettamente influenzata dai nuovi media [6]Benjamin, B. (1936). The Work of Art in the Age of Mechanical Reproduction. Transl. J.A. Underwood, 2008. London: Penguin.; Diodato, R. (2014). Relazione, sistema, virtualità. Prospettive … Continue reading

La rivoluzione mediatica

Seguendo Lev Manovich, “siamo nel bel mezzo di una nuova rivoluzione mediatica – il passaggio di tutta la nostra cultura verso forme di produzione, distribuzione e comunicazione mediate dal computer” [7]Manovich, L. (2001). The Language of New Media. Cambridge, MA: MIT Press. p. 43; tale rivoluzione influisce su tutti i tipi di media e stadi della comunicazione. I vecchi media, come la televisione e la musica registrata, iniziano a convergere con le forme digitali in quanto prodotte e distribuite digitalmente.

Esempi di nuovi media sono siti web, social media, mobile apps, realtà virtuali, multimedia, videogames e installazioni interattive. I nuovi media si basano su una convergenza di tecnologie multimediali e elaborazione digitale, mentre i vecchi media si basano sulla stampa e su modelli analogici [8]Dewdney, A. and Ride, P. (2006). The New Media Handbook. London: Routledge.; Winston, B. (1998). Media Technology and Society. A History from the Telegraph to the Internet. London: Routledge. … Continue reading. Questi ultimi seguono la logica della società industriale di massa, mentre i nuovi media seguono la logica della società post-industriale o globalizzata, in cui “il marketing cerca di indirizzare ogni individuo separatamente” [9]Manovich, L. (1999). New Media: a User’s Guide. Manovich. Available from
http://manovich.net/index.php/projects/new-media-a-user-s-guid e , p. 15
.

I nuovi media sono definiti come cultura codificata in forma digitale. I database sono oggetti culturali di per sé,  e quindi influenzano il modo in cui concepiamo i dati che contengono [10]Manovich, L. (2003). New Media From Borges to HTML. In: Wardrip-Fruin N. and Montfort:, N. (eds). The New Media Reader. Cambridge, MA: MIT Press,13-25. Available from … Continue reading.

Secondo Marshall McLuhan [11]McLuhan, M. (1964). Understanding Media: The Extensions of Man.New York: McGraw-Hill., i media estendono la nostra capacità di percepire, ma influenzano anche il modo in cui i messaggi vengono percepiti; quindi, dobbiamo concentrarci sulle caratteristiche del mezzo stesso. Qualsiasi mezzo è un’estensione delle facoltà umane. Gli artisti possono riconoscere l’essenza dei nuovi media e usarli per rappresentare la società [12]McLuhan, M.(1953). Counterblast. Berlin: Gingko Press..

Jean Baudrillard mette in discussione la positività dei nuovi media: “La realtà ha generato il virtuale”, ma “il virtuale è il predatore ultimo, il saccheggiatore della realtà” [13]Baudrillard, J. (2002). Violence of the Virtual and Integral Reality. In: Powe, W. And Hart, S.,eds. Light Onwords / Light Onwards. Living Literacies Conference, 2002. York University. Available from … Continue reading. Il virtuale è diventato più reale per noi della realtà stessa. Il virtuale ha costituito un nuovo regno di iperrealtà, che crea un insieme simbolico di segni senza un vero referente [14]Baudrillard, J. (2002). Screened Out. Verso: London. Available from https://monoskop.org/images/a/af/Baudrillard_Jean_Screened_Out_2002 .pdf; Rukmini Bhimrao, J.(2015).Simulacra, Simulation and … Continue reading: “il medium è il messaggio significa non solo la fine del messaggio, ma anche la fine del mezzo stesso” che, in un processo di implosione, ne divora il contenuto [15]Baudrillard, J. (1981). Simulacra and Simulation. Transl. by Glaser, 1994. The university of Michigan Press. , p82. Ciò ha anche generato un’estetica della simulazione che dissolve sia l’oggetto estetico tradizionale, nella sua circolazione attraverso i media, sia il giudizio estetico tradizionale, che si riferisce esclusivamente alle rappresentazioni digitali degli oggetti [16]Baudrillard, J. (1996). The Conspiracy of Art: Manifestos, Interviews, Essays. Lotringer, S. (eds), Hodges, A. (trans), 2005. Los Angeles: MIT Press. Available from … Continue reading.

Il film Matrix celebra Baudrillard

Al contrario, Jay D. Bolter e Richard Grusin sostengono che i nuovi media conservano sempre le caratteristiche dei media precedenti, che vengono rimodellati in un processo di rimediazione. Ad esempio, i videogames riparano il cinema. Dunque i nuovi media “funzionano in una dialettica costante con i media preesistenti, proprio come ogni media precedente alla sua introduzione” [17]Bolter, J. D. and Grusin, R (2000). Remediation: Understanding New Media. MIT Press.

Vin Crosbie [18]Crosbie, V.(2006). What is ‘New Media’?. Corante. Available from https://digmediaman.files.wordpress.com/2011/09/what_is_new_media_by_vin_crosbie.pdf invece individua tre diversi tipi di media: media interpersonali, mass media e nuovi media, che seguono rispettivamente un modello comunicativo uno- a-uno, uno- a-molti e molti-a-molti. Analogamente, Vilem Flusser – fortemente influenzato dalla fenomenologia husserliana – classifica i media in tre categorie: testi, immagini tradizionali e immagini tecniche [19]Hanke, M. (2004). The Communication and Media Theory of Vilém Flusser, Pioneer of Media Studies in Brazil and Germany. Agosto Foundation. Available from … Continue reading. I media sono strumenti utili creati per facilitare il nostro orientamento nel mondo [20]Ieven, B.(2003). How to Orientate Oneself in the World: A General Outline of Flusser’s Theory of Media. Image and narrative, 6. Available from … Continue reading. Quindi i media non rappresentano il mondo, ma lo presentano conformemente al loro codice e struttura [21]Flusser, V. (1985). Into the Universe of Technical Images. Transl. N. A. Roth, 2011. Minneapolis: University of Minnesota Press. . Un codice è definito come “un sistema di segni disposto secondo uno schema regolare”, generante informazioni [22]Flusser, V. (1983). Towards a Philosophy of Photography. transl. A. Mathews, 2000. London: Reaktion Books.; i codici nascono da gestualità specifiche. Un cambiamento nella struttura, dunque, influenza la realtà percepita.

Le immagini tradizionali sono astrazioni dalla realtà disposte in una formazione non lineare, mentre i testi sono astrazioni da immagini disposte in una formazione lineare. Ergo, i testi significano le immagini: “decodificare testi equivale a scoprire le immagini da essi rappresentate” [23]Ivi, p11. Infine, le immagini tecniche (prima la fotografia, poi le immagini digitali) sono astrazioni da testi e hanno sostituito i testi, in un processo definito da W. J. T. Mitchell [24]Purgar, K.(2017). W.J.T. Mitchell’s Image Theory. Living Pictures. New York: Routledge. come svolta iconica o pittorica [25]Bertolini, M. (2015). The “Pictorial Turn” as Crisis and the Necessity of a Critique of Visual Culture. Philosophy Study, 5 (3), 121-130. . Flusser muove dall’idea di matematizzazione della natura che, secondo Husserl [26]Husserl,E. (1936). La crisi delle scienze europee e la fenomenologia trascendentale. Transl. E. Filippini, 2008. Milano: Il Saggiatore., ha separato la scienza dal mondo della vita ed ha eliminato il soggetto, e la applica all’era post-storica in cui viviamo, ovvero l’epoca della cultura dei media caratterizzata dalla fine dell’evoluzione lineare della storia [27]V. (1990). Habit: The True Aesthetic Criterion. In: Strohl, A. (ed.) Writings, Vilem Flusser. Transl. E. Eisel, 2002. Minneapolis: University of Minnesota Press, 51-57 .. Infine, questa situazione potrà condurre a un’ umanità alienata, governata dai mass media e dal consumismo, o verso un modo consapevole di comunicare, in cui adattiamo il codice alle nostre esigenze.

Don Ihde [28]Ihde, D. (2009). Postphenomenology and Technoscience:The Peking University Lectures. Albany: SUNY Press. , influenzato anch’egli dalla fenomenologia, interpreta le tecnologie come strumenti culturali. La tecnologia è “essenzialmente un’articolazione culturale dell’uomo e non un’aggiunta esterna” [29]Tripathi , A. K. (2006). Culture of Embodiment and Technology Reflection. ChildResearch., p5, ovvero il soggetto è incarnato in un nuovo corpo tecnologicamente potenziato (percettivamente e cognitivamente). La tecnologia trasforma la nostra esperienza attraverso degli insiemi relazionali tra uomo e tecnologia [30]Ihde, D. (2002). Bodies in technology. Minneapolis: University of Minnesota Press.; 2002: embodiment (il mondo così com’è vissuto attraverso gli strumenti), hermeneutic (gli strumenti in quanto presentano il mondo), alterity (gli strumenti sembrano avere un’esistenza autonoma) e background relations (gli strumenti formano il contesto dell’esperienza). Poiché le tecnologie possono creare connessioni significative, non sono meri strumenti [31]De Preester, H.(2010). Don Ihde, Postphenomenology and Technoscience: The Peking University Lectures. Human Studies, 33(2), 339-345. .

Il tecnorealismo

Come evidenziato, i nuovi media superano i confini geografici, aumentano il volume e la velocità della comunicazione e portano le nostre interazioni a un livello altamente interconnesso e complesso. Alcuni autori sembrano essere positivamente entusiasti riguardo alle possibilità offerte dai nuovi media in una sorta di tecnofilia, mentre altri si sentono minacciati prevedendo un futuro pessimistico adottando un atteggiamento tecnofobico [32]Aristarkhova, I. (2007). New Media and Aesthetics. Theory Culture Society, 24, 317-318 .

Particolarmente interessante è la posizione del tecnorealismo [33]Shenk, D., Shapiro, A. L. and Johnson, S. (1998). Technorealism overview. Technorealism. Available from http://www.technorealism.org /: poiché le tecnologie non sono neutrali, l’approccio tecnorealista esamina in modo critico il ruolo che esse svolgono nel migliorare la qualità della nostra vita [34]Shapiro, A. L.(1999).The Control Revolution: How the Internet is Putting Individuals in Charge and Changing the World We Know. New York: PublicAffairs . Vengono quindi riconosciuti i vantaggi e i miglioramenti che l’utilizzo della tecnologia ha apportato alla nostra vita e, al contempo, analizzate le conseguenze negative fattuali o potenziali legate alla tecnologia o all’abuso di essi.

I punti principali del tecnorealismo sono così riassunti nel loro manifesto. Il manifesto Tehcnorealism Italia è promosso dal programma Umanesimo & Tecnologia [35]https://vittoriodublinoblog.org/2017/11/08/dobbiamo-essere-tecnorealisti/ 

1. Le tecnologie non sono neutrali.
Un grande errore del nostro tempo consiste nel credere che le tecnologie siano del tutto prive di distorsioni – vale a dire che siccome sono degli strumenti inanimati, esse non promuovono alcuni tipi di comportamento anziché altri. In verità, in modo più o meno volontario, le tecnologie sono cariche di significati sociali, politici e economici. Ogni strumento fornisce ai suoi utenti un particolare modo di guardare il mondo e modi specifici di interagire con gli altri. E’ importante per ciascuno di noi considerare le distorsioni generate da diverse tecnologie e scegliere quelle che riflettono i nostri valori e le nostre aspirazioni.qui per modificare.
2. Internet è rivoluzionario, ma non utopico
La Rete è uno strumento di comunicazione straordinario che fornisce un insieme di nuove opportunità per la gente, le comunità, il mondo degli affari, e i governi. Inoltre, man mano che il mondo virtuale si popola, assomiglia sempre di più alla società nel suo insieme, in tutta la sua complessità. Ogni miglioramento e elemento di informazione introdotto dalla vita cablata porta con se anche una dimensione maliziosa, perversa, o piuttosto ordinaria
3. Il governo ha un’importante funzione da svolgere sulla frontiera elettronica
Contrariamente a quanto alcuni sostengono, il mondo virtuale non è un luogo o una giurisdizione formalmente separata dalla terra. Se da un lato i governi dovrebbero rispettare le regole e le abitudini che si sono generate nel ciberspazio, e non dovrebbero soffocare questo nuovo mondo con regolamentazioni inefficienti o con la censura, sarebbe folle sostenere che il pubblico non ha sovranità alcuna su ciò che un cittadino o un’organizzazione fraudolenta fa’ quando è in linea. In qualità di rappresentante della gente e di guardiano dei valori democratici, lo stato ha il diritto e la responsabilità di aiutare ad integrare il ciberspazio e la società convenzionale.
Gli standard tecnologici e i temi della privacy, per esempio, sono troppo importanti per essere affidati alle sole forze del mercato. Imprese di software in concorrenza hanno scarso interesse a preservare i livelli di apertura necessari ad un funzionamento pienamente interattivo della rete. I mercati incoraggiano l’innovazione, ma essi non assicurano necessariamente l’interesse collettivo.
4. L’informazione non è conoscenza
Intorno a noi, l’informazione si muove sempre più rapidamente e diventa di sempre più facile accesso, e i benefici sono evidenti. Ciò detto, la proliferazione di dati è anche una sfida difficile, che richiede nuove forme di disciplina da parte delle persone nonché un atteggiamento critico. Non dobbiamo confondere l’eccitazione di acquisire o distribuire informazioni nel modo più rapido con il compito assai più arduo di tradurre tali informazioni in conoscenza e saggezza. Non importa quanto evoluti i nostri computer siano, noi non dobbiamo mai usarli come un sostituto delle nostre fondamentali abilità cognitive di consapevolezza, percezione, ragionamento, e giudizio.
5. Cablare le scuole non servirà a salvarle
I problemi delle scuole pubbliche americane – fonti di finanziamento eterogenee, promozione sociale, classi troppo numerose, strutture fatiscenti, non raggiungimento dei livelli qualitativi – non hanno nulla a che vedere con la tecnologia. Quest’ultima, per quanto avanzata, non condurrà alla rivoluzione in campo educativo preconizzata dal Presidente Clinton e da altri. L’arte dell’insegnamento non può essere riprodotta dai computer, dalla Rete, o “dall’apprendimento a distanza.” Questi strumenti, possono senz’altro arricchire un’esperienza educativa di alta qualità, ma affidarsi a questo strumento come una specie di panacea potrebbe rivelarsi un errore fatale.
6. L’informazione vuole essere protetta
Il mondo virtuale ed altri recenti sviluppi stanno sfidando le nostre leggi sui diritti d’autore e quelle volte alla salvaguardia della proprietà intellettuale. La risposta, tuttavia non sta nel distruggere gli statuti e principi preesistenti. Bisogna al contrario aggiornare le leggi attuali e la loro interpretazione in modo tale da garantire all’informazione lo stesso livello di protezione che essa aveva nel contesto dei vecchi mezzi di comunicazione di massa. L’obiettivo è lo stesso, ossia offrire agli autori un controllo sufficiente del loro lavoro per scaturire in loro un incentivo alla creazione pur mantenendo il diritto del pubblico ad una informazione corretta. In nessun contesto l’informazione vuole “essere libera”. Piuttosto, essa ha bisogno di essere protetta.
7. Il pubblico possiede l’etere; il pubblico dovrebbe trarre beneficio dal suo uso.
Il recente spettro digitale lasciato alla mercé degli “annunciatori” evidenzia l’uso corrotto e inefficiente delle risorse pubbliche nell’arena tecnologica. I cittadini dovrebbero beneficiare e profittare dell’uso dell’etere pubblico, dedicandone una parte a fini educativi e culturali. Dovremmo richiedere più spazi pubblici per fini privati.
8. La comprensione della tecnologia dovrebbe essere una componente essenziale della cittadinanza globale.
In un mondo guidato dal flusso dell’informazione, le interfacce “ed il codice sottostante ” che rende visibile l’informazione stanno diventando delle forze sociali di enorme potere. Capirne la loro forza e i loro limiti ed anche partecipare alla creazione di strumenti migliori, dovrebbe essere un elemento fondamentale di una cittadinanza attiva. Questi strumenti influenzano le nostre vite non meno delle leggi, e noi dovremmo assoggettarle ad un controllo non meno democratico.

References

References
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