Ho la calma di un morto: guardo il letto che attende le mie membra e lo specchio che mi riflette assorto. Non so vincere il gelo dell’angoscia, piangendo, come un tempo, nel cuore della terra e del cielo. Non so fingermi calme o indifferenze o altre giovanili prodezze, serti di mirto o palme. O immoto Dio che odio fa che emani ancora vita dalla mia vita non m’ importa più il modo.
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