Estetica e fenomenologia 

Husserl e la fenomenologia

Con fenomenologia si intende un movimento filosofico iniziato da Edmund Husserl [1]Husserl, E.(1913). Idee per una fenomenologia pura e una filosofia fenomenologica. Transl. E. Filippini, 1965. Torino: Einaudi durante i primi decenni del XX secolo e ulteriormente sviluppato da diverse dottrine filosofiche e approcci di ricerca in Europa e oltre [2]Moran, D. (1999). Introduction to Phenomenology. London: Routledge. ; Kockelmans, J. J. (1967). Phenomenology: The Philosophy of Edmund Husserl and its Interpretation. New York: Anchor Books.; … Continue reading . La fenomenologia fornisce preziosi spunti per articolare la natura e l’esperienza dei nuovi media [3]Majkut, P. and Carrillo Canán, A.J.L.(2010). Phenomenology and Media. An Anthology of Essays from Glimpse, publication of the Society for Phenomenology and Media, 1999-2008. Bucharest: Zeta Books; … Continue reading

La fenomenologia indaga come i fenomeni appaiono attraverso l’esperienza o nella nostra coscienza. La coscienza è diretta verso qualcosa – l’oggetto intenzionale – ed è intenzionale in quanto si riferisce ai fenomeni, che si riferiscono alla coscienza – così la coscienza è sempre coscienza di qualcosa, il cogito ha sempre un cogitatum [4]Mabaquiao, N. M. (2005). Husserl’s’ theory of intentionality. Philosophia: An International Journal of Philosophy, 34 (1), 24-49..

La relazione tra l’atto che intende l’oggetto (noesis) e l’oggetto inteso (noema) è definita come struttura correlazionale dell’intenzionalità, nel senso che i due poli non possono essere compresi come separati l’uno dall’altro [5]Dreyfus,H. L. and Hall, H (1982). Husserl, Intentionality and Cognitive Science. Cambridge: MIT press.

Husserl [6]Husserl,E. (1936). La crisi delle scienze europee e la fenomenologia trascendentale. Transl. E. Filippini, 2008. Milano: Il Saggiatore. muove da una critica del positivismo, che separa il soggetto dal mondo della vita (Lebenswelt) e riduce la filosofia alla conoscenza scientifica. Per tornare alle cose stesse e alle loro essenze, propone il metodo della riduzione fenomenologica o epoché, dal greco ἐποχή, che si riferisce alla sospensione del giudizio sul fenomeno considerato [7]De Warren, N.(2014). Towards a Phenomenological Analysis of Virtual Fictions. Metodo. International Studies in Phenomenology and Philosophy, 2 (2), 91-112. .

Estetica e fenomenologia

I seguaci di Husserl hanno criticato e ampliato la sua visione e metodo della fenomenologia, sviluppando approcci diversi come quello trascendentale, ermeneutico ed esistenziale [8]Gadamer, H.G. (1994). Il movimento fenomenologico. Bari: Laterza .

Le ricerche sullo status dell’arte acquistano molta popolarità tra i fenomenologi [9]Ecker, D.W. (1998). Navigating Global Cultures: A Phenomenological Aesthetics for Well-Being in the Twenty-first Century. Journal of Aesthetic Education, 32 (1), 5-10; Scaramuzza, G.(1976). Le … Continue reading, nonostante Husserl non gli avesse dedicato un’ attenzione specifica: l’artista viene definito come colui che imprime forme all’intenzionalità, mentre l’opera d’arte è una creazione vivente che ha esistenza intersoggettiva, attraverso la quale si può raggiungere l’ Erlebnisse del godimento artistico [10]Costa, V. (1999). L’estetica trascendentale fenomenologica: sensibilità e razionalità nella filosofia di Edmund Husserl. Milano: Vita e pensiero; Luft, S. (1999). Husserl on the Artist and … Continue reading .

Ad esempio, Maurice Merleau-Ponty [11]Merleau-Ponty, M. (1948). The World of Perception. Trans. by O. Davis, 2004. Oxfordshire: Routledge mette in discussione la coscienza trascendentale husserliana ponendola come corporalmente incarnata nel mondo: è il soggetto-corpo, come percipiente percepibile, che percepisce. La percezione è caratterizzata dalla reversibilità: il corpo può toccare qualcosa, ma anche essere toccato.
Nei suoi ultimi lavori Merleau-Ponty [12]Merleau-Ponty, M. (1961). Eye and Mind. In: Edie, J.(eds) The Primacy of Perception. Trans. C. Dallery, 1964. Evanston: Northwestern University Press, 159-190.; Merleau-Ponty, M. (1964). Il visibile … Continue reading articola un’ontologia indiretta, o ontologia della “carne del mondo”, in cui soggetto e oggetto visceralmente si intrecciano l’uno con l’altro: la percezione corporea è il nucleo di ogni sapere, un’unica carne in cui si radica la radice di ogni precategoriale [13]Cloonan, T. F. (2010). Art and Flesh: A Psychology of Art by Way of Merleau-Ponty. Les Collectifs du Cirp, 1 , 61-76. Available from http://www.cirp.uqam.ca/CIRP/11-Cloonan.pdf . La reversibilità tra l’artista e l’opera è particolarmente potente in quanto l’artista è colui che tocca e comunica gli estremi del visibile e dell’invisibile, inteso come la trama segreta del visibile [14]Mazis, G.A.(2012). Merleau-Ponty’s Artist of Depth: Exploring “Eye and Mind” and the Works of Art Chosen by Merleau-Ponty as Preface. PhaenEx, 7 (1), 244-274.; Quinn, Q.(2009). Perception and … Continue reading.

In maniera simile, Mikel Dufrenne [15]Dufrenne, M. (1989). Estetica e filosofia. Transl. P. Stagi, 2000. Genova: Marietti interpreta l’esperienza estetica come comprensione corporea di sensuous comunicante verità. Dufrenne esamina l’oggetto estetico e la sua percezione considerando i due termini come inseparabili. Le opere d’arte diventano oggetti estetici quando percepite esteticamente nel loro significato e sensuous.
Gli oggetti estetici esistono per essere percepiti da spettatori, e sono infine percepiti attraverso il sentimento, che agisce come organo trascendentale e coglie i nuclei di senso dell’opera, detti apriori affettivi. L’ opera é caratterizzata dalla nozione di profondità poiché nel suo comunicarsi esige la presenza totale del soggetto; l’esperienza estetica rivela sia la presenza dell’artista che dello spettatore in una dimensione trascendentale o a priori che consente la riconciliazione di soggetto e oggetto e permette quindi di creare non un pubblico ma un noi [16]Feezell, R.M.(1980).Mikel Dufrenne and the World of the Aesthetic Object. Philosophy Today. 24 (1), 20-32. ; Franzini, E. (1996). M. Dufrenne: un’estetica per l’uomo. Informazione filosofica, … Continue reading. L’arte disvela la verità “perché l’arte e la realtà sono aspetti di un unico essere onnicomprensivo [17]Dufrenne, M. (1953). The Phenomenology of Aesthetic Experience. Transl. E. Casey, 1973.Northwestern University Press. Available from … Continue reading. La conoscenza apriori dell’ esistenziale è già posseduta dal soggetto, ed è virtuale nel senso di possibilità [18]Bekesi, J. (1999). Dufrenne and the Virtual as an Aesthetic Category. in Phenomenology. Journal of French and Francophone Philosophy, 11 (1), 56-71. .

Roman Ingarden [19]Ingarden, R. (1961). The Ontology of the Work of Art. Trans. R. Meyer and J. T. Goldthwait, 1989. Ohio: Ohio University Press invece delinea un’ontologia dell’opera d’arte concepita come creazione stratificata ed eterogenea, e la differenzia dall’oggetto estetico, il quale è la concretizzazione dell’opera [20]Mitscherling, J.(1997). Roman Ingarden’s Ontology and Aesthetics. Ottawa: University of Ottawa Press.; Scaramuzza, G.(2012). A partire dalla lettura. Tra Husserl e Ingarden. Fogli Campostrini, … Continue reading . Ingarden vuole mettere in rilievo la struttura fondamentale comune a tutte le opere letterarie, prescindendo da ogni discorso sul loro intrinseco valore [21] Ingarden, R. (1931). The Literary Work of Art. trans. G. Grabowicz and E. Illinois, 1973. Northwestern University Press .

Mi riferisco inoltre a Luciano Anceschi [22]Anceschi, L.(1962). Progetto di una sistematica dell’arte. Milano: Mursia , critico militante che delinea la sua estetica fenomenologica partendo da forme tradizionalmente connotate come pragmatiche, come le nozioni di poetica e istituzioni letterarie [23]Anceschi, L. (1974). Fenomenologia della critica. Bologna: Patron . Anceschi contrappone al sistema chiuso rappresentato dal neoidealismo, che impone le proprie categorie alla realtà e quindi significa le strutture, una sistematica aperta intesa come un sistema che si significa attraverso le strutture e integra gli schemi parziali [24]Anceschi, L. (1936). Autonomia ed eteronomia dell’arte: saggio di fenomenologia delle poetiche. Florence: Vallecchi . Per non ossificare la realtà, la teoria deve iniziare e riferirsi direttamente e continuamente all’esperienza vissuta e concreta dell’arte. Il campo dell’estetica è ordinato da un principio trascendentale chiamato idea di esteticità, che non è un a priori puro, immutabile o metafisico , ma si pone come principio metodico autonomo [25]Anceschi, L. (1981). Il caos,il metodo: primi lineamenti di una nuova estetica fenomenologica. Naples: Tempi Moderni .

Le teorie anceschiane sono fortemente influenzate dal pensiero di Antonio Banfi [26]Banfi, A.(1947). Vita dell’arte. Milano: Minuziano ; Banfi, A.(1962). Filosofia dell’arte. Rome: Editori riuniti., che introdusse la fenomenologia in Italia, Paul Valery [27]Valery, P. (1924). Varietà. Transl. S. Agosti, 1990. Milano: SE; Crescimanno, E.(2006). Implexe, fare, vedere. L’estetica nei Cahiers di Paul Valéry.Aesthetica Preprint Supplementa. Available … Continue reading e John Dewey. Dewey [28]Dewey, J.(1950). Aesthetic Experience as a Primary Phase and as an Artistic Development. Journal of Aesthetics and Art Criticism, 9: 56–58 definisce l’arte in termini di esperienza e distingue tra esperienza in generale e un’esperienza, che ha qualità individuali e singolari che influiscono sulle nostre vite. Il processo artistico è considerato come lo sviluppo di un’esperienza. L’opera non è un oggetto ma “la costruzione di un’esperienza integrale attraverso l’interazione tra condizioni ed energie organiche e ambientali” [29]Dewey, J. (1934). Arte come esperienza. Tran. By C. Maltese, 1960. Firenze: La nuova Italia, pag. 86 in quanto ha valore vitale in grado di comunicare emozioni e significati stimolando l’immaginazione [30]Diodato, R. (2007). Esperienza estetica e interattività. In: Russo, L. (ed). Esperienza estetica A partire da John Dewey. Aesthetica Preprint Supplementa, 137-150; Franzini, E. (2007). Fenomenologia … Continue reading.

Secondo l’estetica fenomenologica, il soggetto – come soggetto-corpo – e l’oggetto si intrecciano l’un l’altro in una relazione reversibile in quanto poli dialettici. Intenzionalità, autocoscienza, incarnazione e intersoggettività emergono come concetti chiave. 

L’esperienza estetica è un processo corporeo, che supera una percezione puramente sensoriale in quanto l’oggetto è corporeamente presente, ed è un’esperienza profondamente connessa al nostro ambiente naturale e culturale. La teoria deve nascere direttamente dall’esperienza vissuta e concreta dell’arte viva, dando valore alla nozione di sentimento.

La fenomenologia in quanto metodologia con attitudine al concreto riconosce la dinamicità e la tensione dell’esperienza, ricostruendola in modo organico e procedendo per rilievi, nel senso di ipotesi specifiche sottoposte a continua verifica, che costituiscono un ordine di relazioni dinamico e aperto.  

References

References
1 Husserl, E.(1913). Idee per una fenomenologia pura e una filosofia fenomenologica. Transl. E. Filippini, 1965. Torino: Einaudi
2 Moran, D. (1999). Introduction to Phenomenology. London: Routledge. ; Kockelmans, J. J. (1967). Phenomenology: The Philosophy of Edmund Husserl and its Interpretation. New York: Anchor Books.; Cimino,A. and V. Costa. (2012). Storia della fenomenologia. Rome: Carocci
3 Majkut, P. and Carrillo Canán, A.J.L.(2010). Phenomenology and Media. An Anthology of Essays from Glimpse, publication of the Society for Phenomenology and Media, 1999-2008. Bucharest: Zeta Books; Richardson, I. (2005). Mobile Technosoma: some phenomenological reflections on itinerant media devices. Fibreculture Journal, 6. Available from http://journal.fibreculture.org/issue6 /; Richardson, I. (2007) Pocket technospaces: The bodily incorporation of mobile media. Continuum: The Australian Journal of Media and Culture, 21 (2). pp. 205-215.
4 Mabaquiao, N. M. (2005). Husserl’s’ theory of intentionality. Philosophia: An International Journal of Philosophy, 34 (1), 24-49.
5 Dreyfus,H. L. and Hall, H (1982). Husserl, Intentionality and Cognitive Science. Cambridge: MIT press
6 Husserl,E. (1936). La crisi delle scienze europee e la fenomenologia trascendentale. Transl. E. Filippini, 2008. Milano: Il Saggiatore.
7 De Warren, N.(2014). Towards a Phenomenological Analysis of Virtual Fictions. Metodo. International Studies in Phenomenology and Philosophy, 2 (2), 91-112.
8 Gadamer, H.G. (1994). Il movimento fenomenologico. Bari: Laterza 
9 Ecker, D.W. (1998). Navigating Global Cultures: A Phenomenological Aesthetics for Well-Being in the Twenty-first Century. Journal of Aesthetic Education, 32 (1), 5-10; Scaramuzza, G.(1976). Le origini dell’estetica fenomenologica. Padova:Antenore
10 Costa, V. (1999). L’estetica trascendentale fenomenologica: sensibilità e razionalità nella filosofia di Edmund Husserl. Milano: Vita e pensiero; Luft, S. (1999). Husserl on the Artist and the Philosopher: Aesthetic and Phenomenological Attitude. Glimpse, 1 (1), 46-53.
11 Merleau-Ponty, M. (1948). The World of Perception. Trans. by O. Davis, 2004. Oxfordshire: Routledge
12 Merleau-Ponty, M. (1961). Eye and Mind. In: Edie, J.(eds) The Primacy of Perception. Trans. C. Dallery, 1964. Evanston: Northwestern University Press, 159-190.; Merleau-Ponty, M. (1964). Il visibile e l’invisibile. Trans. A. Bonomi, 1993. Milano: Bompiani
13 Cloonan, T. F. (2010). Art and Flesh: A Psychology of Art by Way of Merleau-Ponty. Les Collectifs du Cirp, 1 , 61-76. Available from http://www.cirp.uqam.ca/CIRP/11-Cloonan.pdf
14 Mazis, G.A.(2012). Merleau-Ponty’s Artist of Depth: Exploring “Eye and Mind” and the Works of Art Chosen by Merleau-Ponty as Preface. PhaenEx, 7 (1), 244-274.; Quinn, Q.(2009). Perception and Painting in Merleau-Ponty’s Thought. Perspectives: International Postgraduate Journal of Philosophy, 2 (1), 38-59.
15 Dufrenne, M. (1989). Estetica e filosofia. Transl. P. Stagi, 2000. Genova: Marietti
16 Feezell, R.M.(1980).Mikel Dufrenne and the World of the Aesthetic Object. Philosophy Today. 24 (1), 20-32. ; Franzini, E. (1996). M. Dufrenne: un’estetica per l’uomo. Informazione filosofica, 1996 (5).
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18 Bekesi, J. (1999). Dufrenne and the Virtual as an Aesthetic Category. in Phenomenology. Journal of French and Francophone Philosophy, 11 (1), 56-71.
19 Ingarden, R. (1961). The Ontology of the Work of Art. Trans. R. Meyer and J. T. Goldthwait, 1989. Ohio: Ohio University Press
20 Mitscherling, J.(1997). Roman Ingarden’s Ontology and Aesthetics. Ottawa: University of Ottawa Press.; Scaramuzza, G.(2012). A partire dalla lettura. Tra Husserl e Ingarden. Fogli Campostrini, 4 (4).
21 Ingarden, R. (1931). The Literary Work of Art. trans. G. Grabowicz and E. Illinois, 1973. Northwestern University Press
22 Anceschi, L.(1962). Progetto di una sistematica dell’arte. Milano: Mursia
23 Anceschi, L. (1974). Fenomenologia della critica. Bologna: Patron
24 Anceschi, L. (1936). Autonomia ed eteronomia dell’arte: saggio di fenomenologia delle poetiche. Florence: Vallecchi
25 Anceschi, L. (1981). Il caos,il metodo: primi lineamenti di una nuova estetica fenomenologica. Naples: Tempi Moderni
26 Banfi, A.(1947). Vita dell’arte. Milano: Minuziano ; Banfi, A.(1962). Filosofia dell’arte. Rome: Editori riuniti.
27 Valery, P. (1924). Varietà. Transl. S. Agosti, 1990. Milano: SE; Crescimanno, E.(2006). Implexe, fare, vedere. L’estetica nei Cahiers di Paul Valéry.Aesthetica Preprint Supplementa. Available from http://www1.unipa.it/~estetica/download/Crescimanno.pdf
28 Dewey, J.(1950). Aesthetic Experience as a Primary Phase and as an Artistic Development. Journal of Aesthetics and Art Criticism, 9: 56–58
29 Dewey, J. (1934). Arte come esperienza. Tran. By C. Maltese, 1960. Firenze: La nuova Italia, pag. 86
30 Diodato, R. (2007). Esperienza estetica e interattività. In: Russo, L. (ed). Esperienza estetica A partire da John Dewey. Aesthetica Preprint Supplementa, 137-150; Franzini, E. (2007). Fenomenologia ed esperienza estetica. In: Russo, L. (ed). Esperienza estetica A partire da John Dewey. Aesthetica Preprint Supplementa, 85-98.