Dagli stagni salgono nuvole beate;
finirà anche il fuoco dell’aria
nel fermo cuore.
Cara giovinezza; è tardi.
Ma posso amare tutto della terra
in luce di cieli in tenebra di vento;
e, su ogni parvenza, la donna
che mi venne non è gran tempo,
al cui riso mi specchio,
che amore chiamava, sua verde salute.
Così solo, numeri di perduto bene
mi narravo, e giorni,
e, splendenti in remote aure,
acque di selve ed erbe.
Nell’isola morta,
lasciata da ogni cuore
che udiva la mia voce,
posso restare murato.
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