Nuovi Media e Nuova Museologia

Come i nuovi media influenzano la creazione e la fruizione dell'arte?

Le nuove tecnologie e i nuovi media influenzano l’arte in termini di percezione, esperienza e produzione poiché ampliano e diversificano la creazione artistica, l’esperienza del pubblico e le sue aspettative.

Artisti, insegnanti, critici e curatori hanno, seppur in modi diversi, dovuto ridefinire i loro ruoli alla luce dei nuovi media. Le sfide sono sia pratiche che teoriche: i professionisti devono saper padroneggiare competenze informatiche di base e saper trarre vantaggio da questa nuova comunicazione in termini di promozione e marketing; inoltre devono mediare la conservazione, l’acquisizione, il display e l’interpretazione considerando i nuovi media e offrire al pubblico un’esperienza partecipativa e coinvolgente [1]Duff, W. Et al. (2009). The Impact of Technology on Museum Work By Function. In: Museum Knowledge Workers for the 21st Century. Government of Canada: Canadian Heritage Information Network ; Frieze. … Continue reading.

Le nuove tecnologie consentono inoltre agli artisti di creare nuove forme di arte ricche di possibilità, convenzionalmente chiamate new media art. Il termine si riferisce a opere create con nuove tecnologie multimediali – come l’arte interattiva, digitale e virtuale – che rendono possibile l’espressione di un nuovo tipo di creatività [2]Cui, W. , Guo, Y. and Wang, D. (2014). The Study of New Media Art Aesthetic . International Conference on Education, Language, Art and Intercultural Communication, 451-453.; Gere, C. (2004). New … Continue reading. Gli artisti sperimentando costantemente con strumenti e software tecnologici. Il mezzo digitale spesso coinvolge il pubblico e ridefinisce i ruoli tradizionali di curatori e musei, che affrontano molteplici problemi in termini di policy, conservazione, selezione e display [3]Cook, S., Graham, B.(2010). Rethinking Curating: Art after New Media. MA: MIT Press; Dietz, S.(2006). Collecting New Media Art: Just Like Anything Else, Only Different. NeMe. Available from h … Continue reading. A causa della loro natura, tali opere offrono nuove modalità di esperienza estetica, generando una “trasformazione permanente nell’utente” [4]Crowther, P. (2009). Phenomenology of the Visual Arts (even the frame). Stanford: Stanford University Press ., p162.

Le aspettative e la partecipazione del pubblico sono cambiate con l’avvento dei nuovi media?

I media digitali hanno il vantaggio di divulgare l’arte oltre i contesti formali, e in ciò raggiungono un pubblico più ampio e nuovo, rendendo l’arte più accessibile e coinvolgente per tipologie di utenti diversi. Pertanto, artisti e musei stanno implementando la loro presenza online per influenzare e comunicare con il proprio pubblico, condividere e distribuire i propri contenuti o opere attraverso siti web e social media come Facebook, YouTube, Snapchat, Instagram, ecc., competendo in maniera diretta con le altre forme di intrattenimento [5]Hannon, K. (2016). Museums, the New Social Media Darlings. The New York Times, 28 Oct; Jeffreys, T. (2015). Can art exist on social media?.Apollo. The international art magazine, 30 Nov. ; Miranda, … Continue reading. Secondo ICOM i social media influenzano i musei in termini di acquisizione, conservazione, ricerca, esposizione e comunicazione. Alcuni musei hanno persino sviluppato delle app, come Love Art (National Gallery) e Strawberry Thief (V&A).

Un’indagine condotta tra 1244 organizzazioni artistiche americane [6]Thomson,K., Purcell,K. And Rainie, L.(2013). Arts Organizations and Digital Technologies. Pew Research Center’s Internet & American Life Project mostra che la maggior parte degli intervistati considera i nuovi media molto importanti per il fundraising e la promozione, per incrementare l’audience e aumentare il livello di coinvolgimento. Tuttavia, il 49 e il 22% dei partecipanti si preoccupano, rispettivamente, dell’impatto negativo che essi hanno sul livello di attenzione del pubblico e sul numero di presenze. Inoltre, il 74% di loro sottolinea una mancanza di personale o di risorse per quanto riguarda la gestione dei social media.

Da un lato, l’arte rischia di diventare uno strumento per ottenere like e condivisioni, soddisfacendo il narcisismo del pubblico che cerca gli artisti più instagrammabili [7]Whitehead, K. (2017). Is social media killing art or bringing it to the people? South China Morning Post, 28 Feb.; Williams. H. (2016). Art for Instagram – is social media ruining art? The … Continue reading. Dall’altro, questo manifesta un coinvolgimento con l’opera e può attrarre un nuovo pubblico, che chiede un’esperienza partecipativa piuttosto che contemplativa. Il pubblico vuole essere coinvolto a livello interattivo e personale, e si aspetta che i contenuti siano disponibili in formato digitale [8]Napoli, P. M. (2010). Audience Evolution: New Technologies and the Transformation of Media Audiences. New York: Columbia University Press; Russo, A., et al. (2007).Social media ad cultural … Continue reading.

Nelle esperienze partecipative il pubblico agisce come co-creatore o curatore; secondo Nina Simon [9]Simon, N. (2010).The Participatory Museum. Lightning Source Inc. Available from http://www.participatorymuseum.org/read /, la partecipazione promuove il valore sociale dei musei. I nuovi media ampliano quindi l’accesso all’arte, in una sorta di democratizzazione della conoscenza, e promuovono una nuova cultura partecipativa che ammorbidisce la linea che separa l’ opera dall’ utente [10]Nielsen, J.K. (2015). The relevant museum: defining relevance in museological practices. Museum Management and Curatorship, 30(5), 364-378; Peppler, K. (2013). New Opportunities for Interest-Driven … Continue reading.

New Museology

Le tecnologie introducono un nuovo modo di catalogare i contenuti, sfidando le idee tradizionali di raccolta, presentazione, documentazione e conservazione. Sempre più spesso i musei si affidano ad archivi digitali e software per gestire e conservare i loro contenuti e offrono collezioni, mostre, tour, archivi e attività didattiche interattive e online. Le collezione online sono composte da surrogati digitali di oggetti fisici o da alcuni tipi di new media art.

Una collezione digitale non presenta gli oggetti fisicamente, quindi non può fornire l’esperienza di essere di fronte all’opera d’arte né replicare lo stesso incontro che si può verificare all’interno del museo, poiché crea un contesto diverso nel quale vengono vissute le opere [11]Bayne, S., Ross, J. and Williamson, Z. (2009). Objects, subjects, bits and bytes: learning from the digital collections of the National Museums. Museum and society, 7(2), 110-124. ; World of Museums. … Continue reading. Le collezioni digitali offrono l’opportunità di ampliare l’esperienza museale e favorire l’accesso alla collezione del museo: per cui possono riscrivere il significato delle collezioni promuovendo modelli polisemici per interpretarle [12]Cameron, F.(2003). Digital Futures I: Museum Collections, Digital Technologies, and the Cultural Construction of Knowledge. Curator, 46 (3).

Recentemente, i musei si stanno concentrando sulle collezioni digitali fornendo opportunità interattive piuttosto che informazioni tassonomiche, adottando una narrativa tematica e sviluppando sistemi di collezioni personalizzati, che consentono agli utenti di salvare, condividere e interagire con le risorse digitali attraverso una pagina personale [13]Bertacchini, E. and Morando, F. (2013) The Future of Museums in the Digital Age: New Models for Access to and Use of Digital Collections. International Journal of Arts Management, 15, 60-72.; … Continue reading. Ad esempio, la Tate consente ai visitatori di creare le proprie collezioni online e il Louvre consente anche di creare tour online personalizzati. Tuttavia, secondo un sondaggio condotto da Paul Marty [14]Marty, P.F. (2008). Museum websites and museum visitors: digital museum resources and
their use. Museum Management and Curatorship, 23 (1), 81-99
, i visitatori sono più interessati alla customizzazione che alla personalizzazione.

Inoltre, attraverso le piattaforme online, i musei si promuovono e si commercializzano estendendo e interagendo con la loro rete, attirando nuovi volontari e formando delle comunità online. Tali comunità svolgono anche un ruolo in termini di conservazione e ricerca [15]Kotler, N. and Kotler, P. (2000).Can Museums be All Things to All People? Missions, Goals, and Marketing’s Role. Museum Management and Curatorship, 18(3), 271-287.; Russo, A., et al. (2006) How … Continue reading. La visita al museo può avvenire nello spazio fisico e/o online, ridefinendo così i modi, i tempi e i luoghi della comunicazione. L’ambiente online non è infatti influenzato dall’ accessibilità degli edifici, dagli orari di apertura, dal budget o dai confini geografici [16]Ciolfi, L. and Bannon, L. J. (2007). Designing hybrid places: merging interaction design, ubiquitous technologies and geographies of the museum space. CoDesign, 3 (3), 159–180.; Kelly, L. and … Continue reading. Gli utenti possono continuare la loro visita e trovare ulteriori informazioni anche dopo aver lasciato il museo. Inoltre, attraverso l’uso di strumenti online personalizzati, i musei possono adattarsi a diversi stili di apprendimento [17]Kelly, L.(2002). What is learning… and why do museums need to do something about it? Why Learning? University of Technology, Sydney, 2002.; Hamma, K. (2004). The role of museums in online teaching, … Continue reading.

Marty [18]Marty, P.F. (2007). Museum websites and museum visitors: before and after the museum visit. Museum Management and Curatorship, 22 (4), 337-360., intervistando oltre 1200 visitatori di nove musei americani, mostra come quasi il 76% di essi consideri l’ambiente online uno strumento utile per presentare esperienze uniche che non possono essere replicate nei musei, ma solo il 19% di loro lo ritiene sostitutivo alla visita fisica.
Quasi l’80% degli intervistati si affida ai siti web ufficiali per trovare informazioni (come l’indirizzo, la quota di ammissione, le mostre in corso) o implementare le conoscenze riguardo al museo, mentre circa il 30% dei partecipanti utilizza risorse didattiche. Approssimativamente l’85% degli utenti dichiara di avere esigenze e aspettative diverse nel visitare musei online e tradizionali poiché preferisce svolgere alcune attività all’interno del contesto museale e altre online. Infine, la maggior parte dei partecipanti preferisce accedere alle collezioni digitali dopo la visita al museo piuttosto che prima, spesso perché il museo ha troppi oggetti da vedere in una sola visita (circa l’80% degli intervistati).

Il regno digitale, per i musei, diventa uno spazio nuovo nel quale realizzare obiettivi; quindi comprendere come utilizzare efficacemente le risorse digitali è fondamentale per il loro successo. Il digitale trasforma la gestione dei musei e il loro rapporto con i visitatori, i quali possono interagire e manipolare i contenuti. Le pagine web e i social media sono ormai aspettative basiche.

Secondo la definizione fornita da ICOM [19]ICOM (2007). Museum definition. ICOM. Available from
http://icom.museum/the-vision/museum-definition/
, il “museo è un’istituzione permanente, senza scopo di lucro, al servizio della società e del suo sviluppo” che “acquisisce, conserva, ricerca, comunica e mostra il patrimonio … dell’umanità“. I musei funzionano come testi fenomenologici [20]Wood, E. and Latham, K.F. (2011). The Thickness of Things: Exploring the Curriculum of Museums through Phenomenological Touch. Journal of Curriculum Theorizing, 27(2), 51-65 ed offrono esperienze e conoscenze per esplorare e interpretare il mondo della vita, poiché creano relazioni significative e forniscono interazioni sensoriali e intellettuali attraverso la nostra presenza corporea [21]Brulon Soares, B.(2009).The museological experience: concepts for a museum phenomenology. ICOFOM.

I nuovi media consentono ai visitatori di dare feedback e indicare le loro esigenze, cambiando il loro rapporto con il museo e con l’artista. I musei passano da un modello di comunicazione uno-a-molti a un modello molti-a-molti, dal ruolo di fornitori a quello di comunicatori di conoscenza [22]Russo, A. et al. (2008). Participatory Communication with Social Media. Curator, 51(1), 21-31. . Nel corso del XX secolo, la museologia inizia a presentarsi come nuova museologia, scienza umana che  sposta la propria attenzione dagli oggetti ai visitatori e si oppone alla tradizionale visione del museo come luogo elitario. La nuova museologia considera il pubblico e la sua esperienza come soggetto d’indagine primario, e si occupa anche del ruolo sociale e politico dei musei [23]Assuncao, P. and Primo, J.(2013). To Understand New Museology in the XXI Century.Sociomuseology III, 37; McCall, V. and Gray C. (2014). Museums and the new museology: Theory, practice and … Continue reading. Pertanto, emerge l’importanza di adottare un approccio centrato sul visitatore [24]Black,G. (2005).The Engaging Museum:Developing Museums for Visitor Involvement. London: Routledge; Masberg,B. A. and Lois H. Silverman, L.H. (1996). Visitor Experiences at Heritage Sites: A … Continue reading e di utilizzare le risorse digitali per sostenere la missione del museo senza comprometterne il valore e l’ esperienza.

Come visto, i nuovi media estendono l’accessibilità, il senso di proprietà e di appartenenza, e il dialogo tra il museo e il pubblico, contribuendo a sfidare la tradizionale idea di arte come segregata dalla vita quotidiana e prerogativa delle classi sociali dominanti. Per Dewey [25]Dewey, J. (1934). Arte come esperienza. Tran. By C. Maltese, 1960. Firenze: La nuova Italia la segregazione deriva dall’ascesa di nazionalismo e imperialismo, mentre il primato dell’oggetto materiale (rispetto al fruitore) è conseguenza dell’ascesa del capitalismo [26]Krauss, R. (1990). The Cultural Logic of the Late Capitalist Museum. The MIT Press, 54, 3-17; Leddy, T. (2009). Dewey’s aesthetics. Stanford Encyclopedia of Philosophy. . Secondo Pierre Bourdieu [27]Bourdieu, P. (1979). Distinction: A Social Critique of the Judgement of Taste. Reprint 2002. Cambridge, MA: Harvard University Press. l’élite determina le preferenze estetiche e il capitale culturale; il museo preserva questo status quo, in quanto la sua visita presuppone un certo bagaglio di conoscenze, non ugualmente ricevute a scuola [28]Bourdieu, P., Darbel, A. and Schnapper. D. (1966). The Love of Art: European Art Museums and Their Public. Trans. by C. Beattie and N. Merriman, 1990. Stanford University Press. .

Accogliendo il digitale, i musei hanno maggiori possibilità di diventare inclusivi e raggiungere visitatori provenienti da tutte le classi sociali.

How to quote this article: Foglia, D. (2017). Nuovi media e nuova museologia. In: Aesthetics, learning and new media. Books of Art. Available from https://www.booksofart.org/new-museology-e-new-media-art/ 

References

References
1 Duff, W. Et al. (2009). The Impact of Technology on Museum Work By Function. In: Museum Knowledge Workers for the 21st Century. Government of Canada: Canadian Heritage Information Network ; Frieze. (2015). How has art changed?. Frieze. Available from https://frieze.com/article/howhas-art-changed
2 Cui, W. , Guo, Y. and Wang, D. (2014). The Study of New Media Art Aesthetic . International Conference on Education, Language, Art and Intercultural Communication, 451-453.; Gere, C. (2004). New Media Art and the Gallery in the Digital Age. Tate Papers no.2
3 Cook, S., Graham, B.(2010). Rethinking Curating: Art after New Media. MA: MIT Press; Dietz, S.(2006). Collecting New Media Art: Just Like Anything Else, Only Different. NeMe. Available from h ttp://www.neme.org/texts/collecting-new-media-art ; Gandolfini, G. (2014).How Museums Are Dealing With New Media Art: Part 1. Arts Management & Technology Laboratory
4 Crowther, P. (2009). Phenomenology of the Visual Arts (even the frame). Stanford: Stanford University Press ., p162
5 Hannon, K. (2016). Museums, the New Social Media Darlings. The New York Times, 28 Oct; Jeffreys, T. (2015). Can art exist on social media?.Apollo. The international art magazine, 30 Nov. ; Miranda, C. (2016). Social media have become a vital tool for artists – but are they good for art?. Los Angeles Times, 24 Jun.
6 Thomson,K., Purcell,K. And Rainie, L.(2013). Arts Organizations and Digital Technologies. Pew Research Center’s Internet & American Life Project
7 Whitehead, K. (2017). Is social media killing art or bringing it to the people? South China Morning Post, 28 Feb.; Williams. H. (2016). Art for Instagram – is social media ruining art? The Independent, 14 Jul.
8 Napoli, P. M. (2010). Audience Evolution: New Technologies and the Transformation of Media Audiences. New York: Columbia University Press; Russo, A., et al. (2007).Social media ad cultural interactive experiences in museums. Nordisk Museologi, 2007(1), 19-29.
9 Simon, N. (2010).The Participatory Museum. Lightning Source Inc. Available from http://www.participatorymuseum.org/read /
10 Nielsen, J.K. (2015). The relevant museum: defining relevance in museological practices. Museum Management and Curatorship, 30(5), 364-378; Peppler, K. (2013). New Opportunities for Interest-Driven Arts Learning in a Digital Age. Wallace Foundation.
11 Bayne, S., Ross, J. and Williamson, Z. (2009). Objects, subjects, bits and bytes: learning from the digital collections of the National Museums. Museum and society, 7(2), 110-124. ; World of Museums. (2001). Wired Collections – the Next Generation. Museum Management and Curatorship,19 (3), 309–315.
12 Cameron, F.(2003). Digital Futures I: Museum Collections, Digital Technologies, and the Cultural Construction of Knowledge. Curator, 46 (3).
13 Bertacchini, E. and Morando, F. (2013) The Future of Museums in the Digital Age: New Models for Access to and Use of Digital Collections. International Journal of Arts Management, 15, 60-72.; Cameron, F. (2005).Digital futures II: Museum collections, documentation and shifting knowledge paradigms. Collections, 1(3),243-260.
14 Marty, P.F. (2008). Museum websites and museum visitors: digital museum resources and
their use. Museum Management and Curatorship, 23 (1), 81-99
15 Kotler, N. and Kotler, P. (2000).Can Museums be All Things to All People? Missions, Goals, and Marketing’s Role. Museum Management and Curatorship, 18(3), 271-287.; Russo, A., et al. (2006) How will social media affect museum communication?.In: Nordic Digital Excellence in Museums (NODEM) conference, 2006. Oslo.
16 Ciolfi, L. and Bannon, L. J. (2007). Designing hybrid places: merging interaction design, ubiquitous technologies and geographies of the museum space. CoDesign, 3 (3), 159–180.; Kelly, L. and Groundwater-Smith, S. (2009). Revisioning the physical and on-line museum. Journal of Museum Education, 34(1), 55–68.
17 Kelly, L.(2002). What is learning… and why do museums need to do something about it? Why Learning? University of Technology, Sydney, 2002.; Hamma, K. (2004). The role of museums in online teaching, learning, and research. First Monday, 9 (5).
18 Marty, P.F. (2007). Museum websites and museum visitors: before and after the museum visit. Museum Management and Curatorship, 22 (4), 337-360.
19 ICOM (2007). Museum definition. ICOM. Available from
http://icom.museum/the-vision/museum-definition/
20 Wood, E. and Latham, K.F. (2011). The Thickness of Things: Exploring the Curriculum of Museums through Phenomenological Touch. Journal of Curriculum Theorizing, 27(2), 51-65
21 Brulon Soares, B.(2009).The museological experience: concepts for a museum phenomenology. ICOFOM
22 Russo, A. et al. (2008). Participatory Communication with Social Media. Curator, 51(1), 21-31.
23 Assuncao, P. and Primo, J.(2013). To Understand New Museology in the XXI Century.Sociomuseology III, 37; McCall, V. and Gray C. (2014). Museums and the new museology: Theory, practice and organisational change. Museum Management and Curatorship, 29 (1), pp. 19-35.; Ross, M. (2004). Interpreting the new museology. Museum and Society, 2 (2), 84-103; Vergo, P.(1993).The New Museology. London: Reaktion Books
24 Black,G. (2005).The Engaging Museum:Developing Museums for Visitor Involvement. London: Routledge; Masberg,B. A. and Lois H. Silverman, L.H. (1996). Visitor Experiences at Heritage Sites: A Phenomenological Approach. Journal of Travel Research, 34(4), 20-25.
25 Dewey, J. (1934). Arte come esperienza. Tran. By C. Maltese, 1960. Firenze: La nuova Italia
26 Krauss, R. (1990). The Cultural Logic of the Late Capitalist Museum. The MIT Press, 54, 3-17; Leddy, T. (2009). Dewey’s aesthetics. Stanford Encyclopedia of Philosophy.
27 Bourdieu, P. (1979). Distinction: A Social Critique of the Judgement of Taste. Reprint 2002. Cambridge, MA: Harvard University Press.
28 Bourdieu, P., Darbel, A. and Schnapper. D. (1966). The Love of Art: European Art Museums and Their Public. Trans. by C. Beattie and N. Merriman, 1990. Stanford University Press.