Perdono pe’ nostri dolci peccati
per avere spesso guardato
teneramente dissiparsi il giorno
dall’ombra e il silenzio dei casini
sognando di andare con una fanciulla
senza seni lungo l’Arno rosa
e la voglia di piangere racchiusa
nel cuore come un’onda preziosa.
Perdono per esserci creduti forti
più della morte quando passavano
i carri e i funerali per le strade
odorate di cipria e di fiori
e volevamo portare a casa cantando
l’immagine dei baci, la voglia
di stringer l’età amara che non fugga,
d’entrare nelle chiese che non han più soglia.
Do you know this poem in English? Please contact me
Related Posts:
- Alejandro Jodorowsky - Nulla posso dire di te che…
- Mario Luzi - La giovane ebrea al suo amato musulmano
- Dario Bellezza - E' avventizio il mio essere reale
- Jaime Gil de Biedma - Ultramort
- Fernando Pessoa - Ricordo bene il suo sguardo
- Guido Gozzano - Ignorabimus
- Marceline Desbordes-Valmore - L'ultimo appuntamento
- Dylan Thomas - Splendessero lanterne / Should lanterns shine
- Mario Luzi - Nell'imminenza dei quarant'anni / On…
- Ibycus (Ibico) - Fragment 11
- Cesare Pavese - Death Will Come with your Eyes/Verrà…
- Giuseppe Ungaretti - Silence / Silenzio