Un bianco sole e basse, basse nubi, lungo gli orti – dietro il muro bianco – un cimitero. E sulla sabbia file di spauracchi di paglia sotto le traverse a statura d’uomo. E, penzolandomi oltre i paletti dello steccato, vedo: strade, alberi, soldati sbandati. Una vecchia contadina, cosparso di sale grosso mastica e mastica un tozzo di pane nero… Come hanno potuto incolleriti queste nere capanne, Signore! e perché‚ a tanti mitragliare il petto? Passa un treno e ulula, e si mettono a ululare i soldati, e leva polvere, leva polvere la strada che indietreggia… – No, morire! Meglio non essere mai nati, che questo lamentoso, penoso, carcerario ululato per le belle dalle nere ciglia. – Ah, e pure cantano adesso i soldati! Oh, Signore, Dio mio!
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