Marina Cvetaeva – Insanity

René Gruau, Woman with a white and black hat, 1946

Insanity – and good reason,
Disgrace – and honor,
All, that brings on thoughtfulness,
Is spilling over –
In me. – All the penal passions
Become as one! –
All images wage war inside
This hair of mine!
The lover’s whisper, all around
By rote I know,
Experience of twenty two years
Nothing but sorrow!
But – won’t you say – innocently pink
Look I,
I’m virtuoso’s virtuoso
In art of lies.
In her let out like a ball,
Caught once again,
The blood of Polish great-grandmoms
Is evident.
I lie because in cemeteries
The grass does grow,
I lie because in cemeteries
Snowstorm does blow…
From violin – from automobile –
From silk, from fire…
From torment that not only me
They all desired!
From pain, that I am not the bride
Of the groom…
From poem and gesture – for the gesture
And for the poem!
From tender boa on the neck…
And how can I
Not lie – when my voice sounds more tender
When I do lie…

E’ anche assennatezza la follia,
anche un onore la vergogna,
di tutto ciò che porta a ragionare,
ce n’è fin troppo
in me. – Tutti gli stimoli da ergastolo
sono intrecciati in uno ! –
Così nei miei capelli – tutti i toni
si fanno guerra!
Ogni amoroso cinguettio conosco,
– a memoria li so! –
La mia esperienza di ventidue anni
è d’una lagna eccezionale!
Ma in viso ho l’innocenza delle rose,
– da non si dire! –
Io sono la virtuosa delle virtuose
nell’arte di mentire.
In lei, che gettai via come una palla
– ma di nuovo agguantai! –
ecco svelato il sangue delle mie
bisavole polacche.
Mento perché nei cimiteri
l’erba rigoglia,
mento perchè nei cimiteri
la neve turbina…
Mento per il violino – l’automobile,
il fuoco, gli abiti di seta…
Lo strazio che non tutti abbiano amato
soltanto me!
Per la pena che non sono
fidanzata con nessuno…
Mento a causa del gesto
e del verso – per il gesto e per il verso!
Per un morbido boa, mento, sul collo…
E appena posso non mentire, – ecco!
La voce mi si fa più tenera,
di quando mento…