Friedrich Paul Thumann (1834-1908), Cupid and Psyche
Mio unico amore! Baciami. Se la morte mi chiamerà prima di te, benedico Iddio; tu mi hai amata! Dolce imene che durò pochi istanti; vedi: ai fiori una sola primavera, e la rosa muore ancora odorosa. Ma quando a parlarmi verrai Sommessamente, ai tuoi piedi, nella tomba, temi che non ti ascolti? T’ascolterò, mio unico amore! Triste nell’ultima dimora, se il coraggio ti abbandona; e la notte, senza impormi, verrò a rimproverarti dolcemente, poi a dirti: «Dio ci perdoni!». E, con voce che viene dal cielo, sommessa, ti dipingerò il paradiso: temi di non udirmi? Staccandomi dai tuoi occhi, sola andrò Ad attenderti alla porta del Cielo, e a pregare per la tua salvezza. Oh! Dovessi attendere a lungo, vorrei trascorrere i miei istanti ad alleviarti la pena; finché un giorno, con la Speranza, verrò a sciogliere i tuoi passi; temi forse che non venga? Verrò, perché fino alla morte Non ti stanchi di amarmi; e come due colombe fedeli, separate nei giorni cupi, per salire dove si vive in eterno, intrecceremo i nostri voli! Là sono eterne le ore: quando, sommesso, Dio lo promise, credi che non l’ascoltassi?
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