A quindici anni, intravidi un fanciullo disarmato;
più giocoso che tenero mi parve:
con debole dardo sfiorò il mio cuore;
lieve come ridente menzogna;
offriva piacere, non felicità:
volò via. Non smarrii che un sogno.
Cercarsi, cogliere uno sguardo furtivo, non è già tutto?
E più non domandarmi, con mesto sorriso,
il fiore che danzando trattengo mio malgrado:
lo sento sul mio cuore quando il cuore lo desidera,
e mi si legge negli occhi che lo colsi per te.
Sarà, lacrima dopo lacrima, e tormento su tormento,
il puro parto delle anime sofferenti.
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