John Keats – Sonnet XXVII

Harald Slott-Moller, Spring, 1896

After dark vapours have oppressed our plains
For a long dreary season, comes a day
Born of the gentle South, and clears away
From the sick heavens all unseemly stains.
The anxious month, relieved of its pains, 
Takes as a long-lost right the feel of May;
The eyelids with the passing coolness play,
Like rose leaves with the drip of summer rains.
The calmest thoughts come round us—as of leaves
Budding,—fruit ripening in stillness,—autumn suns 
Smiling at eve upon the quiet sheaves,—
Sweet Sappho’s cheek;—a smiling infant’s breath,—
The gradual sand that through an hour-glass runs,—
A woodland rivulet, a Poet’s death.

Poi che oscuri vapori hanno per lunga stagione
tetramente le nostre valli oppresse,
un giorno arriva, nato nel dolce Meridione,
che dai cieli malati spazza via ogni macchia indecente.
Il mese ansioso, guarito dal suo dolore, 
riafferrma, come per un diritto da troppo perduto,
il sentore di Maggio; giocano le palpebre 
col gelo fuggente, come le foglie delle rose 
con le gocce della pioggia d’ estate. 
Placidi pensieri fan ressa – gemme -frutta maturate
nel silenzio – soli d’autunno ridenti a sera su placidi covoni –
dolce, la gota di Saffo – un alito di bimbo nel sonno –
sabbia che lenta scivola nella clessidra –
in mezzo al bosco un rivo – un poeta che muore.