Filippo Tommaso Marinetti

Giacomo Balla, Linee forza di mare, 1919

Sì, sì, così, l’aurora sul mare
3 ombre corrosive contro
L’ALBA
i venti via via lavorando impastando il mare così muscoli e sangue per l’aurora
EST luce gialla sghimbescia
poi
un verde diaccio
slittante
POI
LO NORD un rosso strafottente
rumore duro vitreo
poi un grigio stupefatto
le nuvole rosee sono delizie lontane
fanfare di carminio scoppi di scarlatto
fievole no grigio tamtam di azzurro
no sì
NO
si si si si si
SI
giallo reboante
meraviglia dei grigi
tutte le perle dicono sì
ragionamenti persuasivi verdazzurri delle rade
adescanti…
Lastroni lisci violacei del mare
tremano di entusiasmo
un raggio rimbalza di roccia in roccia
la meraviglia si mette a ridere nelle vene del mare
rischio di una nuvola blu a perpendicolo sul
mio capo
tutti i prismatismi aguzzi delle onde impazziscono
calamitazioni di rossi
no
no
no



altalena soffice
dei chiaroscuri
puramente
riposo allargo
penombra insoddisfatta
una vela accesa
scollina all’orizzonte che trema
ROMBO D’ORO
risucchio di tre ombre in quella rada mangiata dal sole
bocca denti sanguigni bave
lunghe d’oro che beve il mare
e addenta rocce
si semplicemente

elasticamente
pacatamente
così
ancora
ANCORA
ANCORA
MEGLIO COSì

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