Non si può raccomandare il giorno con gli sforzi dei lucignoli, nè le ombre possono alzare i veli dell’epifania. Sulla terra è l’inverno, ed il fumo dei fuochi è incapace di raddrizzare le case sdraiate fianco a fianco. Panini di lampioni e sfgliate di tetti, e nella neve nero su bianco lo stipite d’una palazzina: è una casa signorile, dove io sono precettore. Sono solo, ho mandato a dormire il mio allievo. Non s’aspetta nessuno ma è serrata la tenda. Il marciapiede è tutto monticelli, il terrazzino ingombro di neve. Memoria, non accaldarti! Diventa tutt’uno con me! Credi e convincimi che sono con te una sola cosa. Pensi di nuovo a lei? Ma non è questo che mi turba. Chi le ha svelato i termini, chi l’ha messa sulle orme? Quel colpo fu l’origine di tutto. Quanto al resto, adesso, bontà sua, non me ne importa. Il marciapiede è tutto monticelli. Tra le biforcature della neve le bottiglie gelate delle nude, nere lastre di ghiaccio. Panini di lampioni, e sul camino, come un gufo tra le piume annegato un selvatico fumo.
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