Boris Pasternak – My sister Life

Steve Hanks, Leaving in the rain, 1990 ca

My sister – Life’s overflowing today,
spring rain shattering itself like glass,
but people with monocles still complain,
and sting, politely, like snakes in the grass.

The elders have their logic of course,
certainly yours is foolish, no doubt:
that eyes and lawns glow lilac in storms,
and sweet perfume blows from the south.

That in May, when traveling you see
the timetable on the Kamyshin line,
the Bible’s penned no less magnificently,
while in reading it you’re mesmerised.

That sunset has only to show a village,
girls crowding the track as we flee,
and I find that it’s not my stop today,
the sun offering its sympathy.

With three splashes the bell swims by,
‘Sorry, not here’: its apology’s far.
Burning night seeps under the blind,
the steppe plunges, from step to star.

Mia sorella la vita anche oggi nella piena
s’è frantumata in pioggia primaverile contro tutti,
ma le persone coi ciondoli sono altamente burbere
e pungono cortesi come serpi fra l’avena.

Gli anziani hanno per questo le proprie ragioni.
Ma di certo ridicola è la tua
che nella burrasca siano lilla gli occhi e le aiuole
e odori di umida reseda l’orizzonte.

Che a maggio, quando l’orario dei treni
leggi nella vettura sul tronco di Kamysin,
esso sia più grandioso della Sacra Scrittura
e dei divani neri di polvere e tempeste.

Che appena il freno, latrando, s’imbatte
nella placida gente dei campi in una vigna sperduta,
guardino dai divani se non sia la mia stazione
e il sole, calando, si dolga con me.

E spruzzando per la terza volta, nuota via il campanello
con scuse incessanti: mi rincresce, non è questa.
Sotto la tendina soffia la notte che brucia,
e la steppa crolla dai giardini che salgono a una stella.